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Ravenna come Cape Canaveral. Anche quest’anno una giornata dedicata ai bambini e al volo spaziale. Il successo della passata edizione ci ha convinto a ripetere la manifestazione. Il Planetario di Ravenna sta diventando una struttura a cui i ravennati sanno ormai di poter fare riferimento con una certa assiduità, un punto di aggregazione in cui partecipare ad esperienze, iniziative, attività di divulgazione sempre nuove. Collocato in una zona tranquilla, in uno splendido parco, arricchito dalla Loggetta Lombardesca, elegante e preziosa facciata del museo cittadino, il Planetario è meta, specie nelle belle giornate di sole, di visite, passeggiate. La giornata di domenica 22 aprile era dedicata essenzialmente ai bambini, ma ne hanno goduto indirettamente anche genitori, nonni, visitatori occasionali e turisti. Il tema era il volo spaziale e l’offerta è stata molto diversificata. All’esterno alcuni pannelli proponevano le foto delle principali tappe della storia dei lanci nello spazio. Dal prototipo di R. Goddard con cui fu sperimentato il propellente liquido e la struttura a multistadio di un razzo, al Saturno V di Wernher Von Braun, dai potenti vettori russi al moderno Shuttle, simboli dell’aspirazione dell’uomo a ciò che sta in alto, a staccarsi dalla terra madre. Ma mentre per Icaro il sogno fu destinato inesorabilmente alla frustrazione e al fallimento, per l’uomo moderno, atterrato sulla Luna, rappresenta un’audace e talvolta vittoriosa sfida alla natura. Questo si poteva leggere negli occhi di tutti quei bambini e ragazzi che con il naso all’insù hanno seguito il volo dei prototipi. In tanti hanno chiesto informazioni e curiosità su quelle foto. All’interno del Planetario sono state allestite le attività per i bambini gestite da Paolo M., Marco e Oriano; ben due turni al massimo della capienza, su prenotazione. Molte richieste, tardive, sono rimaste purtroppo insoddisfatte. A conclusione il gran finale. Due razzi ad acqua pronti sulla rampa di lancio attendevano i bambini per il count down. Si tratta di razzi costruiti con bottiglie di plastica, caricati con acqua e aria in pressione. Paolo A. (un altro Paolo) e Gianni li hanno caricati e lanciati tra le urla di stupore e di eccitazione di bimbi e accompagnatori. Un perimetro di nastro bianco e rosso circondava l’area di lancio isolandola dall’incontenibile entusiasmo degli aspiranti astronauti. Un gruppo di bambini ha improvvisato a voce un conto alla rovescia. Difficile descrivere l’eccitazione nel momento in cui il razzo si staccava dalla rampa di lancio e si librava dritto nel cielo lasciandosi dietro una scia di acqua. Siamo riusciti a raggiungere i 10 / 15 metri di quota!! Difficile descrivere il sogno di Icaro che abbiamo visto rivivere negli occhi di grandi e piccini. Gianni Tigani
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